mercoledì 31 marzo 2010

...al fiumee...



era estate ed io e mia moglie eravamo in vacanza in un paesino di montagna , quella mattina usciti dall'albergo per recarci al laghetto dove prendere il sole e fare il bagno in una splendida acqua durante il tragitto in macchina trovammo un bellissimo posto dove potersi fermare vicino alla riva di un ruscello completamente appartato e nascosto dalla vegetazione , era il posto ideale per stare un po soli . dopo aver parcheggiato la macchina ci inoltriamo per il sentiero per arrivare al ruscello , mia moglie di 30 anni indossava un paio di infradito un vestitino corto e sotto il costume che gli avevo regalato cioe' un perizzoma e un reggiseno color rosa ... durante il percorso incontriamo due persone che erano accampate in una tenda immersa nella vegetazione , erano due pastori di circa 60 anni di quelli che vivono tra boschi e pecore, per educazione io e lei salutiamo e loro senza aprire bocca ci guardarono e fissano in continuazione ... mia moglie mi dice subito che secondo lei non erano normali e che erano molto strani ... superando il sentiero dopo un po' finalmente arriviamo al ruscello e ci posizioniamo in un angolo non cera nessuno il posto era tutto per noi, ci spogliamo e mia moglie sfoggia il costume che le ho regalato era bellissima e' alta 1.70m due gambe da urlo un culetto bello sodo e due tette una quarta di marmo con due capezzoli piccoli e rosa. dopo un po che stavamo prendendo il sole le dico che poteva anche togliere il pezzo sopra visto che non c'era nessuno cosi prendeva il sole integrale senza segni , convincendosi visto che non rimane mai in toples accetta e cosi' rimane solo con il perizzoma liberando le sue splendide tettone .



Dopo aver preso una bella dose di caldo decidiamo di fare un bagno anche se l'acqua era gelida , infatti appena risaliti i suoi cappezzoli erano diventati durissimi per il freddo preso, proprio in quel momento vediamo che difianco a noi circa 10m ci sono i due pastori seduti su una roccia che si guardano lo spettacolo di mia moglie con le tette fuorie icapezzoli duri che risale dal ruscello lei si accorge di loro e si porta subito le mani sulle tette per coprirsi , subito mi chiede di passargli il reggiseno per coprirsi ma io da maiale le dico di rimanere in toples in modo che i due vecchi potessero ammirarla, chissa' da quanto non vedevano una figa , lei mi risponde se ero proprio sicuro e che anche se era imbarazzata da quegli sguardi si sarebbe messa a pancia in giu a prendere il sole, la cosa non disturbava affatto i due che ora potevano ammirare anche il culo di mia moglie avvolto da un mini perizzoma. i due pastori si fecero piu audaci infatti sempre a distanza si tirarono fuori i cazzi e iniziarono a menarseli con molta foga, feci notare la cosa a mia moglie che preoccupata mi disse di andarcene, ma io gli risposi che la cosa era sotto controllo e di non preoccuparsi e di stare sempre vicino a me. i due vecchi vedendo che non ce ne eravamo andati si alzano e si dirigono verso di noi sempre con il cazzo in mano , mia moglie si stringe a me impaurita e loro si posizionano davanti a noi sempre continuando a masturbarsi . uno di loro indicando mia moglie e chiedendomi se era possibile con poche parole voleva che lei gli masturbasse solo, io preso da quella situazione dico a lei di menare quei due cazzi e lei di tutta risposta mi dice che sono un pazzo e uno stronzo...per convincerla visto che era impaurita dalla situazione gli ho risposto che se non l'avesse fatto me ne sarei andato e l'avrei lasciata li sola con i due pastori arrapati. con molto schifo si mise seduta davanti ai due e prese i due cazzoni in mano iniziando a menarli pian piano, il suo movimento faceva ballare le sue tette in modo eccittante infatti i due allungarono le mani toccandole e strigendole i capezzoli. si giro' verso di me dicendomi che facevo schifo io infatti mi stavo ammirando la cosa con il cazzo duro tra le mani ... l'eccitamento dei due era alle stelle notandolo dico a lei di osare di piu e di farli godere per bene , lei presa dai capelli con forza da uno dei due si ritrova con un cazzo in bocca e uno in mano continuando a pomparli per bene, lei si libera dal cazzo che le invadeva la bocca e la vedo sputare dicendo che puzzava di tutto e di piu' ma soprattutto di piscia , io le rispondo che deve leccare per bene quelle due cappelle senza fiatare. dopo un po decido di cambiare le cose fermando tutti e mettendo mia moglie a pecora con uno davanti e uno dietro, quello davanti continua a farselo leccare mentre a quello dietro dico di sfilare il perizzoma e di... mia moglie continuando a dire perche', cosa gli vuoi far fare , non voglio , basta mi fate schifo ... in men che non si dica inizia a leccarle la fighetta e il culo continuando a sputargli sopra per inumidirla bene infatti non facendocela piu' quello dietro mi chiede se poteva scoparla per bene , dopo il mio consenso la prese per i fianchi e con solo un colpo gli infilo' quel cazzone nella passerina continuando a fotterla , lei continuava a lamentarsi nooo nooo basta bastardi mi fai male ... continuarono in quella posizione scambiandosi di posto fino a quando notai mia moglie condurre il ritmo del cazzo e del pompino dentro di lei ,stava godendo infatti cambio' atteggiamento dicendo .. vecchi porci non vi e' mai capitata una fighetta cosi, siiii , sfondatemi .. ancora dai dai ... i due stavano ormai per venire e lei se ne era accorta e con mio stupore disse a quello dietro fammela tutta dentro in figa vecchio porco, tenendo sempre in bocca l'altro. furono due sborrate super per quantita'. finito il tutto dico a lei di ripulirli per bene in modo che non perdesse neanche un filino di sperma. i due scomparvero nel bosco e mia moglie ando' in acqua a sciaquarsi la figa che a sua detta le scoppiava.



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sabato 27 marzo 2010

L'autista ...ke porko...

avevo 18 anni quando ....


ore 13.30 fermata 16 ...ecco arrivare l'autobus...una giornata moto calda..tanto che avevo addosso solo una magliettina scollata e dei pantaloncini aderentissimi....(ed ho un sedere da FAVOLA!!!!) salgo sul pullman...e improvvisamente...non c'era piu il solito autista...basso vecchio tarchiato...ma..uno nuovo...34 anni okki verdi e capelli castani..insomma un FIGO ALLUCINANTEEEEEE...non dico nulla...ma gli sorrido..gli passo davanti e lui si gira a gurdarmi il culo...durante tutto il viaggio non fa altro che guardarmi dallo specchietto retrovisore...tentando di guardare nella scollatura...(ho una 3 sodissima...)....arriva pero il momento di scendere...ma dato che scendo all'ultima fermata...sul pullman c'eravamo solo noi...mi chiede se mi andava di bere qualcosa perhe lui tanto aveva finito il turno...scendiamo insieme...e mi porta in un bar...



Il bar del suo amiko...ci appartiamo in un prive..mentre mi stavo per sedere lui mi abbraccia dal dietro...e losento che struscia il suo cazzone sul mio culetto...faccio finta di nulla..mi portano un the da bere...e me lo rovesciano addosso....ho la maglietta trasparente...mi alzoper andare ad asciugarmi...lui mi blocca e mi fa sedere sulle sue gambe...io allora comincio a strusciarmi sul suo cazzone...lo sento indurirsi mentre lui mi tocca le tette...mmmmm sono stupende....dice lui...comincia a sfilarmi la maglia...mi giro...sedendomi su d lui...mettendogli in faccia le mie tettone...comincia a lekkarmele...e il su cazzo diventa tremendamente duro...mi alzo...mi inginokkio davanti a lui e gli slaccio i pantaloni... mi tolgo i pantalonicini e in tanga vado a chiuderela porta,,,lui sempre piu eccitato si accarezza il cazzone...torno verso di lui e comincio a leccarglielo...tutto....dalla palle alla cappella...leccando bene la cappella e mettendomelo tutto in gola...lui mi teneva giu la testa con la sua mano... mentre m scopava la bocca...sempre piu velocemente....mmmmmmm o sentivo ansimare dal piacere...ma volevo il suo cazzo nella figa e nel culo...mi alzai...mi sdraiai tutta nuda a pecora sul biliardo...ero tutta a aperta... mi leccavo la bocca con la linga...e lui...siiiiiiiiiiii mi scopava il culo come mai nessuno aveva fatto......mentre mi palpava le tette con sempre piu voglia...lo volevo tuttoooooooo.......mi girai verso di lui gli misi la mia figa tutta bagnata sulla faccia...cimettemmo a 69...ero bagnatissima e grondavo sulla faccia e lui con qulla lingua stupenda me la leccava mentre io lo spompinavo tutto...ora volevo farlo venire in bocca...bere tutta la sua sborra calda.,,,,mmmmm....continuavo dopo poco mi esplose in bocca....piu ingoiavo il suo sperma piu mi bagnavo...metre veniva lo tolsi dalla bocca...mi feci venire sulle tette e le leccai davanti a lui...lo eccitavo talmente tanto che il suo cazzne era ancora bello dritto..mmmmmmmm l volevo ancora .-mi sedetti sopra d lui con le mie tette nella sua bocca...mi facevo impalare e leccare le tette...stavo godendo come una porca...."dai nicola impalami sono la tua porca daiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii""""" piu lo incitavo piu llui mi impalava...mmmmmmmm che sensazione sentire quel cazzone nlla figa...mi venne nella figa....mmmmm come mi eccita lo sperma caldo nella figa....mmmmmmm e venni nch'io come una porcaaaaaaaaaaaaaaaa..................




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giovedì 25 marzo 2010

PER UN PELO...


Questo racconto risale a circa 3 anni fa….è la fine di luglio del 2004, abbiamo preso la maturità da poco meno di un mese ed ora ci stiamo godendo le meritate e tanto desiderate vacanze estive!
Ho passato tuta la giornata a casa di Michela, una mia ex compagna di classe che ora è diventata una delle mie migliori amiche dopo aver passato tutto l’ultimo anno scolastico come mia vicina di banco, un anno che grazie a lei mi è piaciuto particolarmente. Michela è una ragazza fra le più carine di tutta la mia vecchia scuola: alta circa 1, 70 , magra con un paio di tettine niente male, piccole e sode, credo siano una seconda, mora con capelli a caschetto, occhi neri e profondi, una bocca perfetta che sembra quasi disegnata da un grande artista del passato, un fisico da top model, forse anche un po’ troppo magra per i miei gusti ma con un bel culetto sodo e due gambe snelle senza un filo di cellulite, lo posso dire per certo visto che in questo momento la sto ammirando mentre è sdraiata di fronte a m sul suo letto con indosso solo un bikini nero. Insieme a noi c’è anche Monica, un’altra mia compagna di classe che ho già citato nel mio precedente racconto (gita scolastica); Monica è tutto il contrario di Michela: è una ragazza molto formosa con una quinta di seno,  un sedere bello pieno e due gambe ben tornite dalla pallavolo,  capelli castani tenuti corti, occhi marroni e una bocca carnosa che sa usare in mille modi….
Quel giorno io e Monica eravamo stati invitati da Michela a casa sua per goderci la sua piscina in tutta tranquillità visto che i suoi genitori erano partiti per il mare lasciando la “povera” Michy a casa da sola.
La giornata era stata stupenda, caratterizzata da un sole caldo e una leggera ariettina che rendeva ancora più piacevole il bagno in piscina e l’esposizione ai raggi solari. Ci eravamo divertiti un sacco nuotando in piscina, scherzando e giocando ad annegarci e spruzzarci. Naturalmente non era mancato qualche contatto fortuito con le nostre parti più intime ma tutto era finito con una risata.
Ora erano da poco passate le 21.00 ed eravamo tutti e tre nella camera di Michela a chiacchierare ricordando il periodo scolastico e i vecchi compagni. Michela come ho già detto era sdraiata sul letto indossando ancora il costume che aveva nel pomeriggio, io ero di fronte a lei seduto su una sedia con le gambe appoggiate a letto e qualche volta i nostri piedi si sfioravano…Monica invece era seduta  per terra di fianco al letto. Come ho già detto stavamo parlando tranquillamente fra di noi quando fummo interrotti dallo squillo del telefonino di Monica:
“Oh, è il mio ragazzo…scusate!” – disse Monica uscendo dalla stanza con il cellulare in mano
“eh, l’amore…” – sospirò Michela guardandomi e sorridendo.
“eh già” – annuì io.
“e a te Dany, frequenti ancora qualche ragazza in questo periodo?”-
“No, ultimamente me ne sto tranquillo da solo” – risposi
“Bè si, una volta ogni tanto ci vuole un po’ di libertà” – disse Michela tirandosi un po’ su verso lo schienale del letto. Ora era praticamente seduta con la schiena appoggiata alla testiera e le gambe divaricate con i piedi a contatto l’uno con l’altro. La sua nuova posizione fece in modo che dai suoi slip fuoriuscisse un pelo all’altezza del suo inguine,  naturalmente non sfuggì alla mia vista e rimasi a fissarlo per un attimo…forse per un attimo di troppo….infatti Michela si accorse e mise una mano proprio davanti esclamando.
“No dai, non guardare la mia foresta che mi vergogno!”-
“No scusa…mi era scappato l’occhio…” –
“eh già, guarda che roba, eppure l’ho sfoltita ieri sera ma questo dev’essermi sfuggito! Uffa!” –
“vabbè dai, non è niente no?” –
“lo dici tu, per me è un problema, guarda anche le gambe, mi son depilata ieri e c’è già la ricrescita!”- disse Michela sollevando una gamba verso di me.
“Ma che dici, sei liscissima!” – le risposi seriamente e un po’ incantato dalla bellezza delle sue gambe.
“Ma va, sembro una scimmia!” – disse lei mentre si accarezzava all’altezza del polpaccio- “prova a toccare”- mi invitò porgendo la gamba verso di me. Così io abbandonai la mia sedia e mi posizionai sul letto infondo al suoi piedi ed accarezzando quello splendido polpaccio esclmai -“eh già, la più bella scimmia che io abbia mai visto…” – “ Ma dai scemo…!” – mi rispose ridendo mentre con la mano era risalita al suo inguine e aveva iniziato a giochicchiare con il famoso pelo scappato dagli slip.
Naturalmente il mio sguardo tornò nuovamente a posarsi  in quel punto e non posso negare che l’eccitazione stava già salendo in me ed era ben visibile un leggero rigonfiamento nei miei boxer.
Michela forse se ne accorse – “ a che stai pensando ora?” – chiese con un tono soave.
“ Sinceramente stavo pensando a quanto mi piacerebbe poter giocare un po’ con quel pelo….” –
“ ah si?” – chiese lei mentre con il piede sinistro iniziò ad accarezzarmi la coscia risalendo verso il rigonfiamento che era decisamente aumentato in una frazione di secondo – “ e qui cosa abbiamo eh?” – mi chiese in tono provocatorio.

Dopo questi gesti non riuscii più a trattenermi e praticamente le saltai addosso iniziando a baciarla appassionatamente sulla bocca, lei ricambiò volentieri, le nostre lingue si sfiorarono per la prima volta e le nostre bocce ingorde iniziarono a sfamarsi l’una dell’altra. Intanto iniziai ad accarezzarle delicatamente l’interno coscia, sostituendo la mia mano alla sua e finalmente sfiorai quel tanto desiderato peletto che aveva  acceso il desiderio in me e di conseguenza anche in lei. Ci baciammo per un po’, poi mi staccai scendendo più in basso, baciandole quel collo perfetto, e passando oltre, abbassai la parte superiore del bikini liberando i suoi piccoli seni bianchi e sodi, iniziai voracemente a leccarle il capezzolo destro che subito si inturgidì nella mia bocca, mentre le ansimava mi spostai ad assaporare il sinistro che mi salutò nello stesso modo in poco tempo, mi staccai e la osservai per un attimo, era stupenda e tremendamente eccitante con quelle tettine color latte e con i due capezzolini color del miele che svettavano imperiosi quasi fossero due chiodi piantati nel mezzo dei suoi seni. Nel frattempo la mia mano aveva iniziato a massaggiare dolcemente il suo frutto più intimo che sentivo ben umido e aperto attraverso il tessuto dello slip. Mi staccai nuovamente per lasciare che lei mi sfilasse la maglietta ed iniziasse ad accarezzarmi il petto. Ci baciammo ancora ardentemente e poi mi abbassai a baciarle la pancia, con la lingua girai attorno al suo ombelico e scesi fino ad incontrare il bordo degli slip, mi insinuai sotto sempre con la lingua fino ad arrivare a lambire i suoi riccioli più intimi, passai a leccarle l’interno coscia e solo quando l’aroma del suo sesso mi arrivò direttamente al cervello scostai gli slip liberando il suo tesoro, la sua patatina succosa era lì davanti ai miei occhi, non potevo resistere ed iniziai ad assaggiare il suo sapore con la lingua, percorsi tutte le sue grandi labbra, poi piano piano mi insinuai fino alla fonte di quel nettare che già mi aveva drogato. Paradisiaco!. Leccai voracemente e con gusto, la mia lingua percorreva la sua fighetta fino ad arrivare al perineo,  e a volte anche al suo buchino più nascosto che la faceva tremare di piacere, dopo di che tornai verso la patatina schiumosa, ne individuai il clitoride leggermente ingrossato e lo presi fra le labbra iniziando a succhiare e alternando dei rapidi colpi di lingua, con la mano accarezzavo e stringevo i suoi seni, giocavo e torturavo i capezzoli, scendevo ad accarezzare il culetto e risalivo,  i gemiti aumentarono fino a quando non mi prese la testa  me la tenne attaccata al suo pube intimandomi di non smettere con il lavoro di bocca. (non né avevo la minima intenzione…)
Continuai a risucchiare quel dolcissimo clitoride fino a quando Michela non iniziò ad agitarsi  e a gemere sempre più intensamente e mi riverso in bocca una grande quantità di nettare che ingoiai avidamente.
Michela non mi diede altro tempo di reazione e mi spinse giù con le spalle sul materasso, si mise sopra di me a 69 e mi abbassò i boxer liberando il mio cazzo che da troppo tempo spingeva, lo agguantò ed iniziò una lenta masturbazione mentre io continuavo ora più lentamente a leccare la sua bella patatina, non so come riuscì a non venire immediatamente visto che la visuale del suo sesso e del suo splendido sedere a pochi centimetri dai miei occhi era da infarto. Michela iniziò pian piano a baciarmi il glande, iniziò ad accarezzarmelo con la lingua poi scese lungo l’asta fino ad arrivare alle mie palle che già stimolava con la mano sinistra. Mi mancò il fiato quando ingoiò il mio membro in un colpo solo ed iniziò un frenetico sali scendi con la testa,  qualche volte si fermava per picchiettare la cappella con la lingua per poi riprendere a succhiare sempre più voracemente.
-“Michy non resisto più, sto per venire….”- le dissi  ma lei continuò nella sua opera senza staccare la bocca da mio pisello ed iniziando a massaggiarmi più energicamente le palle, una sensazione unica e dopo pochi secondi iniziai ad eruttare dentro la sua bocca,  4, 5, o 6 schizzi, mi stava praticamente svuotando le palle!
Michela accolse tutto nella sua bocca ma non ingoiò, si lasciò scivolare il mio sperma ai lati della sua bocca e poi si girò sorridendomi – “non ho ingoiato perché mi fa schifo ma perché avevo paura di farti una brutta impressione visto che fra noi c’è stato così poco….”-
“figurati Michy, sei fantastica! Ti voglio bene!” – “anche io te ne voglio!” –
Restammo per un po’ sdraiati l’uno accanto all’altro poi ci venne quasi contemporaneamente lo stesso pensiero ma fu Michela ad esclamare –“ Presto andiamo a sistemarci prima che Monica ci scopra!” –
“Ma avrà sentito?”-
“Boh….”.



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sabato 20 marzo 2010

viaggio di sesso

Sono Titty e sono sposata da ormai una vita, ho regolarmente rapporti sessuali con degli amici aiutata da una amica che condividiamo la stessa passione riusciamo a coprirci le nostre scappatelle settimanali


Questa estate vengo invitata a passare qualche giorno di ferie da un amico carissimo che fa il cuoco in un albergo al mare, tutto gratis, come non approfittarne, mio marito per lavoro via da casa, mia figlia al mare, inventiamo una scusa e approfitto.


Gerry il cuoco si organizza e un giovedi sera viene a prendermi, alla guida della macchina c un bel giovanotto un poco palestrato il pizzaiolo Antonio, Io sono eccitatissima passare tre giorni con Gerry un sogno, con lui ho avuto i piu bei orgasmie colui che mi ha sverginato il culetto e mi ha portato ad essere cosi porcellona ed a fare cose che con mio marito non avevo mai fatto e da allora stata una ecalescion si sesso.


durante il viaggio che ci porta al mare Gerry mi accarezza, e mi fa bagnare tutta, mi continua ha spostare il perizoma per palparmela, ad un certo puntoviene sul sedile posteriore ed inizia a baciarmi ed a palparmi mente Antonio continua a guidare, in men che non si dica mi trovo senza gonna e camicetta ovvero sono nuda, inizio a succhialo e poi subito lo sento dentro , dopo un po mi mette alla pecorina , dopo qualche colpo deciso fino in fondo sento che Gerry sta per venire mi scanso e lo prendo tutto in bocca, sento scorrese il suo liquido nella gola che sento una mano sconosciuta che mi infila due dita nella figa bagnata, st per spostarmi Gerry mi prende per i capelli e mi blocca, continuo l'ingoio godendo anche per il ditalino che Antonio mi sta facendo.


Mi accorgo che siamo fermi in un parcheggio di fianco all'autostrada, Antonio continua a frugarmi ed ha farmi venire, mentre lo guardo mi accorgo che ha il cazzo fuori dei pantaloncini ed enorme circa 24 cm di lunghezza mi avvicino alla bestia lo accarezzo, poi mi abbasso a succhiarlo, a malapena entra in bocca, e subito mi schizza il suo seme, si scusa ma era troppo eccitato.


Poi me lo infilo dentro tutto, proprio grosso, fa fatica ad entrare ma lo prendo tutto, poi doi mi metto alla pecorina succhio il pisello di Gerry e Antonio mi riempie la fighetta, non so quanto sia durata ma ho goduto tantissimo.


arrivati in albergo ci siamo messi a letto tutti e3 assieme e in quei 3 giorni ho provato di tutto anche a prenderne uno in figa e uno nel culo, ero piena di sperma dappertutto... sono tornata a casa rinfrescata e rinfrancata molto riposata....

spero di avere ancora ferie cosi


martedì 16 marzo 2010

Studentesse lesbiche scopate dal vicino di casa

Mi chiamo Angelo, ho 36 anni e una voglia nel cassetto da soddisfare.
Mi piace molto fare sesso e ho anche una resistenza notevole, oltre a un bel membro che da duro fa il suo bell’effetto.
Fra i miei desideri vi è sempre stato quello di scopare due ragazze nello stesso momento e questo desiderio fisso finalmente si è avverato la settimana passata.
Nell’appartamento di fronte al mio sono venute ad abitare due ragazze giovani molto carine e, secondo me,lesbiche.
La sera, quando tornavo dal lavoro,cercavo di captare i rumori provenienti dal loro appartamento per capire se l’idea che mi ero fatto fosse giusta, ma il tempo passava e io non avevo nessuna prova.
Non che a me le lesbiche diano fastidio,anzi,pagherei per vederne due mentre fanno all’amore, ma il mio sogno era che fossi io a scoparmene due e non loro a fare da sole.
L’occasione insperata capita una sera in cui, tornando, trovo una delle due fuori del portone con una faccia da funerale.
Mi chiede se posso aprirle il portone che è rimasta fuori,io ovviamente la faccio entrare con me e comincio a rompere il ghiaccio.
Lei è Manuela, 26 anni, single e studia all’università;deve mantenersi agli studi e quel mese ha avuto un sacco di spese.La sua amica con cui condivide le spese dell’ appartamento è messa più o meno come lei e quindi sono incasinate entrambe.
Io le dico che mi dispiace e che penserò a come poterle aiutare.
Ora io devo precisare che vivo solo in un appartamento di 150 metri che mi hanno lasciato i miei genitori e subito mi balena un’ idea.
La sera busso alla loro porta,apre la sua amica,che poi scoprirò chiamarsi Nives, le chiedo di Manuela e dopo pochi secondi la vedo arrivare.
Le racconto del mio appartamento e le faccio la mia proposta indecente:
sesso a volontà la prima sera e poi una volta al mese come pagamento dell’affitto.
Lo dico con tanta tranquillità che Manuela neanche si incazza,io allora la guardo negli occhi e le dico:
“Pensateci, potrebbe essere una soluzione a molti dei vostri problemi”
Mi giro e senza aspettare risposta rientro nel mio appartamento.
Devo dire che fisicamente sono decente,ho un buon lavoro e sono simpatico,quindi la proposta secondo me poteva andare in porto.
Il giorno dopo sento suonare alla porta, vedo dallo spioncino che è Manuela, apro e lei dopo un veloce saluto mi dice che se fosse per lei non ci sarebbero problemi, ma che la sua amica Nives è fidanzata e, se viene a saperlo il suo ragazzo, poi diventa un casino.
Io rilancio dicendo che sono disposto ad offrire loro anche la cena tutte le sere, ma che voglio piena libertà nei rapporti sessuali e che sicuramente sarei una tomba con tutti per cui non rischiano niente da parte mia.
Lei mi sorride,mi dice che riferirà a Nives e mi farà sapere.
Vado a letto eccitatissimo e, per calmarmi, mi faccio una sega pensando a quello che potrebbe succedere se dovessero accettare.
Il giorno dopo torna Manuela con Nives e ni dicono che la cosa si può fare, ma solo se si fa all’amore normalmente e basta .
Io ribadisco le mie condizioni e dico che se non sono d’accordo non se ne fa niente;loro si guardano, poi vedo la sottomissione nei loro occhi e capisco che per me sta arrivando un periodo di sesso sfrenato come nei miei sogni più arditi.
Magnanimo dico che possono pensarci ancora, ma che entro 24 ore devono rispondermi perchè, bluffando, dico che altrimenti la do ad altre 2 ragazze.
“No dai,dacci un’ ora e ti diamo una risposta.
Capisco che la mia rete è stata tirata e mi preparo a quello che verrà.
La sera alle 21 arrivano alla mia porta con i loro bagagli, le faccio entrare e le faccio accomodare ognuna in una camera, poi offro da bere come un perfetto padrone di casa e tranquillamente ,guardandole negli occhi, dico loro che le aspetto nella mia camera per le 22.
Alle 22 le vedo arrivare, tutte e due carinissime, con delle camicette che coprono il loro corpo ma lasciano tanto spazio alla fantasia.
Si avvicinano e mi chiedono cosa devono fare,io chiedo se hanno mai fatto sesso tra di loro e subito Nives mi risponde decisa di no,che dividono solo la stanza.
“Bene dico io,cominciate ad accarezzarvi e a spogliarvi a vicenda”
Nives, che è la più recalcitrante, prova a resistere,io faccio la faccia da duro e le dico che per me possono uscire anche subito. Manuela allora la prende da parte e la fa ragionare (secondo la mia esperienza,Manuela è bisex e non vede l’ora di farsi la Nives)
Alla fine Nives accetta il fatto e torna domata sul bordo del letto.
Manuela comincia a spogliarla, le toglie la camicia lunga e la lascia in slip e reggiseno bianco. Un intimo molto rigoroso che non lascia niente alla fantasia, glielo dico e le dico anche che per la prossima volta deve essere più sexy.
Guardo Nives fare scivolare la camicia di Manuela e, come immaginavo ,lei è molto più provocante, porta sotto un perizoma nero che a fatica le copre i pochi peli lasciati e che mette in mostra un sedere da favola, che presto sarà mio.
Sopra non ha messo niente, non ne ha bisogno, ha un seno piccolo che potrebbe stare in un bicchiere di champagne,i capezzoli sono già belli duri, segno che il suo eccitamento, al contrario di quello di Nives, è in stato avanzato. Manuela accarezza il corpo di Nives e vedo che le prime reazioni ci sono,le sfila poi il reggiseno e le accarezza i seni e i capezzoli. Lo fa con calma e con sapienza, vedo l’aureola allargarsi sotto le sue carezze e vedo il viso di Nives contrarsi, sento il suo respiro diventare più irregolare quando Manuela le sfila le mutandine lasciando indifesa la sua piccola fighetta ricoperta da folti peli.
Senza aspettare le iniziative di Nives, Manuela si toglie il perizoma mostrando una passerina ben più consumata e avvezza a dei cazzi.Subito percepisco che con Manuela sarà una guerra dei sessi,mentre con Nives sarà un mondo da esplorare con calma per non farla scappare.
Manuela fa stendere sul letto Nives e comincia a baciarle tutto il corpo; Nives chiude gli occhi e lascia fare, solo i suoi gemiti fanno capire che comincia a piacerle, continua però ad essere passiva anche quando, allargandole le gambe, Manuela entra in lei con la lingua.
Io ho sempre pensato che le donne siano più brave degli uomini in certi giochi e adesso Manuela me ne dà dimostrazione, vedo il viso di Nives contrarsi, ma questa volta per il piacere,cerca di restare indifferente ma sta cedendo…le sue mani per la prima volta vanno sul corpo di Manuela che è completamente immersa dentro di lei.
Io sono eccitatissimo da quella per me nuova situazione, mi alzo e guardandole vedo come stanno diventando un corpo unico, mi metto dietro Manuela e togliendomi tutto mi posiziono per scoparla.
Lei capisce le mie intenzioni e alza leggermente il culo per farmi capire che è pronta,allora io prendo i suoi fianchi e facilmente entro dentro la sua figa bagnatissima.
Sento il suo gemito di piacere mentre lecca la figa di Nives e vedo che per la prima volta Nives ha aperto gli occhi e mi guarda con occhi pieni di eccitazione. Evidentemente Manuela l’ha preparata per benino,adesso devo solo ricordarmi che ne ho due da scopare e che devo distribuire le mie forze in quella notte dove tutto è possibile
Mentre scopo la figa bollente di Manuela,le guardo il culo e già il mio pensiero corre a quello che farò dopo, non dimenticando la fighetta stretta di Nives che ben presto sarà mia.
Questo pensiero mi fa eccitare al massimo e, pensando a Nives, mi spingo nel sedere di Manuela.
La spinta e la sodomizzazione fanno il loro effetto, Manuela geme dentro la figa di Nives e Nives viene ancora una volta.
Sento il mio cazzo entrare abbastanza facilmente,se penso che non l’ho neanche preparata mi rendo conto che la mia supposizione sull’abitudine di Manuela di averlo spesso anche dietro era esatta. D’altronde una con un culo così è inevitabile che lo si voglia prendere.
Sono 5 minuti che vado avanti e indietro nel sedere di Manuela,lei adesso è bella larga e il mio piacere diventa più sottile,sento il desiderio di sentire qualcosa di ben più stretto, guardo Nives che tiene sempre gli occhi chiusi, come a fare finta che sia una fantasia e mi viene la voglia di sodomizzarla come sto facendo con Manuela,allora esco da Manuela e dico;
“adesso fate un bel 69 insieme—tu Manuela ti metti sotto e Nives te la lecca da sopra”
Il tenue tentativo di resistere di Nives è subito bloccato da Manuela, che non vede l’ora di sentire la lingua della sua amica nella sua figa.
Si spostano veloci e adesso per la prima volta posso guardare e ammirare il sedere di Nives.
Lei non si rende neanche conto di quanto sia sensuale, sta cercando di dare piacere con la lingua a Manuela e istintivamente muove il culo avanti e indietro in un modo eccitantissimo.
Le tette di Nives sono sode e turgide come i suoi capezzoli stretti dalle mani di Manuela, sono circa una terza e sono la tipica forma dei seni europei, ma il suo culo è veramente ben fatto.
Due natiche sode a forma di mandolino, oscenamente aperte, mi mostrano il suo foro visibilmente stretto e vergineo.
Dico a Manuela di leccare bene dall’inizio alla fine,lei capisce cosa voglio dire e cosa voglio fare e allora la sua lingua comincia a uscire fuori e a leccare le grandi labbra ormai gonfissime di Nives e poi come per caso passa a leccare il suo piccolo orifizio con slinguazzate veloci.
La scena è di quelle arrapanti al massimo, quel culo stretto sta per essere mio e Nives ancora non lo ha capito, ma forse è talmente presa a godere della lingua e del corpo di Manuela, che neanche le passa per la testa che io la sto guardando in quel modo.
Aspetto che venga ben lubrificata e poi quando sento che comincia di nuovo a godere,faccio un segno a Manuela,la quale accarezza le braccia dell’amica e piano senza farsi accorgere le tiene strette e appoggia il corpo di Nives al suo.
Io prendo i fianchi di Nives, appoggio il mio stomaco alla sua schiena e spingo la mia cappella dentro il suo ano
Il sandwic che abbiamo creato impedisce qualsiasi via di fuga a Nives , sento la difficoltà del mio cazzo in quel sedere così stretto; pur spingendo faccio molta fatica a entrare, Nives nel frattempo ha smesso di leccare la figa a Manuela e dice che non vuole essere presa in quel modo,io la lascio sfogare poi decido che è ora che entri tutto e le dico:
“Adesso rilassati e pensa alla tua amica”
Così dicendo prendo forte i suoi fianchi e con un colpo deciso mi apro quella strada mai fatta. I brividi del corpo di Nives si interrompono, sembra improvvisamente un oggetto morto, ma questa situazione dura una frazione di tempo,improvvisamente l’urlo che emette mi riporta alla realtà e così comincio a scoparla,prima piano,per abituarla e per farle passare il dolore della prima volta, poi sempre con maggiore foga,le sensazioni che mi dà quel cunicolo stretto sono fortissime,il suo ano si contrae attorno al mio cazzo e mi fa come un pompino. Sono appagato e penso che fra un mese potrò riaverle tutte e due, ma prima devo abituare Nives a questi tipi di rapporti. Con questo pensiero mi abbandono ad un orgasmo fortissimo dentro quel sederino adesso non più vergine!




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venerdì 12 marzo 2010

Una notte da troietta

Ciao mi chiamo Sara e vivo a treviso,il mese scorso x una settimana ho vissuto da sola in casa siccome i miei erano partiti x una vacanza.Giunto il sabato potètti finalmente visto la mancanza dei miei indossare x la serata in disco,una minigonna nera molto corta e da sopra un top molto attillato aperto davanti con una vistosa scollatura con un reggiseno molto stretto in modo ke si notavano le 2bocce sode e all insu e ai piedi 2stivaletti neri.Quella sera ero con delle amiche ma solo in 3andammo in disco verso quasi mezzanotte.Era una disco grandissima ke non ero mai stata e quella sera era davvero piena alle stelle!Dissi ad una Delle2amiche ke quella sera me la volevo spassare di brutto e dovevo approfittare visto l abbigliamento ke mi sono potuta concedere x quella sera.Appena arrivai in disco,andai in bagno e mi tolsi la mutandina ke avevo sotto la mini.Era la 3volta che mi toglievo la mutandina in disco,naturalmente volevo farmi notare e in più me le tolsi xke avevo una gran voglia di scopare.Naturalmente caso del destino è durata poco lo star insieme alle mie amiche visto ke mentre ballavo sul cubo,un ragazzo davvero carino noto ke sotto la mini non avevo nulla,dopo una breve limonata in pista,finimmo x andare sui divanetti nel privee,dove li continuammo a toccarci e a far petting.Poi colta da una voglia irrefrenabile mi misi su di lui e ci facemmo una veloce scopata,quando uscìmmo x fumarci una sigaretta,lui mi propose quale e quanti dei suoi amici mi piacevano,erano in 6 e 3di loro mi ispiravano sesso,quando glielo dissi mi propose di andar con sti 3in bagno x fare una scopata,io forse xke quella sera ero davvero ispirata e vogliosa,accettai!E x il resto della serata scopai nei bagni a turno i suoi 3amici!Dopo quella sera non li rividi più quei tipi,ma quando tornai ke erano ormai le5a casa,chiamai le mie 2amiche,gli raccontai delle scopate di quella sera,quella notte fu magica xke non avrei mai immaginato di scopare in una sola sera con 4ragazzi.Il massimo era stato di 2ragazzi..Arrivai a casa soddisfatta,essere stata una troietta quella sera mi ha eccitata di brutto,arrivai tutta stanca e distrutta a casa,ora esco quasi sempre senza mutandina e ki mi vede senza sa ke una voglia sempre più grande di divertirmi e farmi nuove scopate..Un bacio SARÀ


mercoledì 10 marzo 2010

mia moglie


Dopo vent’anni di matrimonio, il nostro rapporto cominciava a non bastarci più. Io e mia moglie (quarantottenni), ancora in buone condizioni fisiche, cercavamo un pò di trasgressione. Lei è una donna molto sex, alta magra, con un bel culo e una terza di seno.
L’occasione si è presentata quando abbiamo deciso di farci una settimana in giro per le più belle città italiane. Partimmo con una voglia di trasgredire. Lei si mise in minigonna e naturalmente mostrava le sue coscie. ogni qualvolta cì fermavamo in autogrill si divertiva a scendere dall’auto allargando le cosce e facendo vedere le mutande a tutti coloro che si trovavano vicini. Come quando facevamo il pieno, si divertiva a farsi guardare i seni con i capezzoli che si disegnavano sulla camicetta già abbastanza aperta. Questo suo modo di fare mi eccitava e ogni qualvolta gli toccavo la figa era bagnata e si divertiva a toccarmi il cazzo che stava sempre in tiro.
Poi in albergo scopavamo con più eccitazione, il gioco cominciava a diventare eccitante. Infatti mentre visitavamo un monumento dove bisognava salire delle scale, con la sua minigonna faceva di tutto per farsi guardare le cosce, e mi diceva all’orecchio “oggi non ho messo il perizoma sono con la figa di fuori”
quando si sedeva al bar si faceva osservare con quella minigonna e vedeva come la guardavano gli altri.
Io  ero preso da una febbre di sesso, il sapere che lei attuava questa trasgressione mi eccitava tantissimo al punto che cominciavo a scoparla in macchina, nel bagno, dove capitava. quel gioco era diventato una specie di febbre di sesso. La cosa sconvolgente avvenne quando una sera mentre attraversavamo un viale dove c’erano delle puttane si mise in testa che voleva caricarne una in auto.   Non potevo opporre nessuna resistenza. Caricammo una ragazza di colore e ci appartammo in un posto solitario. Lei cominciò a toccarmi il cazzo e faceva spogliare la ragazza, voleva vedermi scopare con un’altra mentre lei si masturbava con una bottiglia. Mi fece salire sopra il cazzo la ragazza, e mentre si masturbava le piaceva vedermi godere con l’altra. 
Quando rientrammo in albergo ero eccitatissimo la scopai per terra, e lei si divertiva a dirmi che le era piaciuto vedere quella troia come scopava.
Ma la sua trasgressione non era finita, gia avevo immaginato cosa voleva… voleva scopare con un altro, come aveva fatto fare a me.  
 L’occasione si presento in autogrill quando non so come riuscì ad agganciare un camionista.
Quello ci fece salire all’interno dell’abitacolo, dove c’era un piccolo lettino nel retro. E lì lei si scatenò.
fece sdraiare il camionistista sulla schiena, gli tirò fuori il cazzo e cominciò a menarglielo e a succhiarglielo. Un cazzo lungo e grosso, che si ergeva come una torre. Lei si divertiva a vedere quell’uomo eccitato: Allora esplose in lei tutta la sua trasgressività. Si sedette su quel cazzo, allargandosi le  labbra della figa con le sue mani, e piegandosi leggermente mi disse di penetrarle il culo. Gli appoggiai il mio cazzo in quel buchino e nel vederla così piegata, con le sue tette nella bocca di quell’altro, e l’altro cazzo dentro la sua figa. La penetrai con tutta la forza che potevo e nel sentire quell’attrito nel suo buco mi facava impazzire. Ad un certo punto volle invertire le parti e fece mettere me su quel lettino. Si sedette sul mio cazzo e si fece inculare dall’altro, piegandosi verso di me mi metteva le sue tette in bocca e mi diceva sottovoce: quanto mi piace essere una puttana ed avere dua cazzi tutti miei. Quando arrivammo al massimo dell’eccitazione volle i duer cazzi in bocca per potersi bere tutto quel liquido avidamente.
Da allora la nostra vita sessuale e rinata, quando facciamo l’amore, ripercorriamo quei giorni e quelle esperienze. E ci eccitiamo fortemente, con la voglia di ripetere quelle esperienze.     



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lunedì 8 marzo 2010

IN TRE CHE GODURIA

CIAO....MI CHIAMO DARIO E CON MIA MOGLIE ELENA VA TUTTO A GONFIE VELE SOPRATUTTO QUANDO SI PARLA DI SESSO....PIU' DI UNA VOLTA ABBIAMO PARLATO DI COINVOLGERE UNA TERZA PERSONA SIA MASCHIO SIA DI SESSO FEMMINILE ANCHE SE NON AVEVAMO MAI IL CORAGGIO DI PROPORCI....UN MESE NOTAVO IN ELENA LA SERA A LETTO UNA VOGLIA DI PRENDERLO SUBITO NEL CULO , COSA CHE ABITUALMENTE LO FACEVANO A META' DEL NOSTRO RAPPORTO.....CONOSCENDOLA CAPIVO CHE C'ERA QUALCOSA CHE NON ANDAVA, COSI' GLI CHIESI IL PERCHE' DI QUESTO DESIDERIO E LEI MI RISPOSE SUBITO CHE ERANO DUE GIORNI CHE IN MIA ASSENZA SI METTEVA IL DITO NEL CULO APPENA PENSAVA ALL'IDRAULICO CHE LA SETTIMANA SCORSA VENNE A CASA....IO MI CHIESI SE GIA' SI ERA FATTO SCOPARE DAQUEST'ULTIMO E LEI MI RISPOSE..."MAGARI"....MA CHE SENZA IL MIO CONSENSO NON MI AVREBBE MAI TRADITO.......

IO GLI DISSI DOMANI LO CHIAMO HAI IL MIO CONSENSO....CI SAREMO TUTTI E TRE E CI DIVERTIREMO....

IL GIORNO DOPO L'IDRAULICO DI NOME PAOLO VENNE A CASA ELENA SI FECE TROVARE IN MINIGONNA.....MENTRE PAOLO CERCAVA INVANO DI CAPIRE DOV'ERA IL GUASTO ELENA IN MIA PRESENZA SI AVVICINO' A PAOLO LO ACCAREZZO' E GLI CHIESE SE VOLESSE IL CAFFE'....LìIDRAULICO RISPOSE AFFERMATIVO ED ELENA RIVOLGENDOSI A ME DISSE..."VAI CORNUTONE MIO VAI A FARE IL CAFFE' AD UN VERO UOMO"...PAOLO RIMASE UN ATTIMO INTERDETTO IO INVECE MI ECCITAI SUBITO....ANDAI A FARE IL CAFFE'....AL MIO RITORNO UNA GRAN VISIONE.....ELENA CON IL PISELLONE IN BOCCA DI PAOLO CHE LO SBOCCHINAVA DA FAVOLA GLI LECCAVE LE PALLE IO INIZIAI A TOCCARMI IL MIO PISELLO E CERCAI DI AVVICINARMI MA ELENA MI DISSE CHE NON ERA ANCORA IL MIO MOMENTO....PAOLO AVEVA UN CAZZO ESAGERATO....IO NON RESISTEVO PIU' VEDEVO LA MIA ELENA SBOCCHIANARE UN ALTRO E GODEVO.....MI AVVICINAI AD ELENA GLI STRAPPAI LO SLIP ED INIZIAI A LECCARLA FINO A RENDERLA BENE LUBRIFICATA....GUARDAI PAOLO E GLI DISSI A TE L'ONORE...PAOLO MI DIEDE UNO SCHIAFFO E DISSE SPOSTATI CORNUTO GUARDA COME SI FA GODERE QUESTA PUTTANA DI TUA MOGLIE...COSI' SE LA INIZIO' A TROMBARSELA SUBITO VELOCEMENTE ELENA SI SDLIDATINAVA E MI SBOCCHIANAVA AD UN CERTO PUNTO LA VEDEVO ASSENTE TANTO DEL GODIMENTO TORNATA IN SE INIZIO' AD INSULTARMI E DICENDOMI ALCNE VERITA' COME CHE GIA' MI AVEVA TRADITO ALLA MIA INSAPUTA (IN EFFETTI IO LO SAPEVO) CHE AVEVA SCOPATO CON GIANNI SUO CUGINO CHE MI AVEVA CORNIFICATO ON IL SINDACO DEL PAESE PER FARMI ASSUMERE E CON IL GIORNALAIO CHE GLI DAVA LE RIVISTE PORNO....E CHE FACENDO UNA STATISTICA DI CAZZI IO ERO L'ULTIMO.....INTANTO PAOLO SE L'HA SCOPO NELLA VAGINA PERBENE DANDOGLI DEI COLPI VIOLENTI....DOPODICHE PASSO' AL BUCO DEL CULO ELENA NON VOLEVA MA DATO CHE IL CAZZO DI PAOLO ERA PIU' GROSSO DEL MIO GLI DISSI AD ELENA CHE ERA MEGLIO CHE LO PRENDEVA COSI' PRENDEVA UNA FORMA PIU' GROSSA E LEI NON SENTIVA PIU' DOLORE MA SOLO PIACERE....COSI' GLI ENTRAI PRIMA IO FACENDO STRADA A PAOLO DOPODICHE PAOLO MI PRESE E MI SBARAZZO' DA ELENA GLI MISE IL SUO GRANDE PALO IN CULO ELENA DIEDE UNO GRIDO DISUMANO ...PAOLO INIZIO' A SCHIAFFEGGIARE ELENA CHAMANDOLA PUTTANA....TROIA...."SEI UNA LATRINA DI DONNA"....GUARDA QUEL CORNUTO DI TUO MARITO COME SEGA...IIN EFFETTI ERA UNA GODURIA STUPENDA VEDERE ELENA SCOPATA E MARTORIZZATA DA UN ALTRO....PAOLO LA SBORRO' TRA IL CULO E LA FICA E DOPO VOLLE INSISTENTEMENTE CHE MENTRE ELENA GLI PULIVA IL SUO CAZZO IO GLI DOVEVO PULIRE IL BUCO DEL CULO E LA FICA A MIA MOGLIE....IL FINALE E CHE DOPO AVERESCOPATO PAOLO HA VOLUTO ESSERE PAGATO PURE LA CHIAMATA DELL'INTERVENTO...COME SI SUOL DIRE CORNUTO E MAZZIATO....

giovedì 4 marzo 2010

In azienda


Ho 22 anni e da 2 anni lavoro in una multinazionale come collaboratrice a progetto.

La mia storia con A. cominciò a Maggio durante una festa... quattro chiacchere, qualche bicchiere e molte frasi spinte.

A. è un uomo più grande di me di almeno 15 anni, alto con degli occhi stupendi azzurri e un fisico non male.
Da quella sera cominciai a guardarlo con occhi diversi, prima non ci avevo fatto molto caso era solo un semplice collega.
Cominciammo a chattare e scoprimmo di provare una fortissima attrazione fisica l'uno per l'altra.
Però erano solo parole, solo discorsi molto fantasiosi.
Decisi che era arrivato il momento di mettere in pratica i nostri discorsi, anche perchè lo sognavo quasi tutti le notti e il mio desiderio di averlo cresceva ogni giorno che passava.
Un giorno scesi al piano di sotto e lo incrociai nel corridoio, lui passando mi toccò la vita e sorrise, io provai un brivido fortissimo lungo la schiena e tornai su nel mio ufficio.
Gli mandai una mail e gli dissi che non riuscivo a stare lontana da lui che mi attirava troppo e che solo toccandomi in quella maniera mi aveva fatto venire i brividi.
Lui mi rispose che invece di quel semplice gesto avrebbe voluto strapparmi i vestiti e sbattermi al muro.
Non avrei trovato occasione migliore di questa per porre fine a quelle fantasie e farle diventare finalmente realtà.
Quel giorno portavo una gonna di jeans e una magliettina con disegnato topolino, andai in bagno mi tolsi gli slip, li misi nella borsa e tornai in ufficio.
Gli scrissi un altra mail dicendogli che sarei venuta nel suo ufficio (singolo) per portargli dei documenti (inesistenti).
Andai al piano di sotto, bussai ma non mi rispose nessuno, entrai lo stesso e mi sedetti ad aspettarlo.
Passati dieci minuti mi alzai, pensai che sicuramente era impeganto in qualche riunione.
Mentre mi alzavo, eccolo che entra, chiude e gira la chiave.
Mi afferra per i fianchi, mi fa sedere sulla sedia e comincia a baciarmi... non vi so nemmeno spiegare quanto avevo atteso quel momento e come mi sentivo mentre lui era addosso a me.
Mi tolse la maglietta,e comiciò a leccarmi il seno e i capezzoli che non ci misero molto a diventare duri.
Mi leccò la pancia, le cosce, poi mi alzò la gonna, mi aprì le gambe è cominciò a leccarmi l'inguine... io ero completamnete intontita dal piacere, dalla voglia che avevo di lui e dalla situazione pericolosa ma eccitante.
Si mise a giocare con il mio clitoride, era impazzito, era bravissimo...comincia ad ansimare sempre più forte ma cercai di trattenermi per non farmi sentire e venni come non mai, mi è sempre piaciuto ma con lui era come stare in paradiso.
Mi alzai, lo misi sulla sedia e cominciai a sbottonargli i pantaloni... e glielo accarezzai da sopra gli slip, era duro e pazzesco.
Sapevo che ruolo avevo in quel momento, ero la collega 22enne protagonista delle sue fantasie e in quel momento non apparteneva a sua moglie ma a me, era mio!!! E io dovevo soddisfare le sue fantasie come lui faceva con le mie.
Glielo tirai fuori, e cominciai a leccargli le palle a giocarci con la bocca mentre con una mano gli facevo una sega... poi mi alzai e glielo presi in bocca, come un gelato, il più buono, me lo passai sulle labbra come un rossetto e lo guardavo sorridendo, poi via su e giù dentro la mia bocca, su e giù, su e giù ... era talmente preso che una sua mano era poggiata sulla mia nuca e me la spingeva non voleva che mi staccassi, ma io non ci pensavo proprio. A un certo punto un getto caldo m'inondò la gola, glielo tirai fuori e il resto mi andò a finire sulle labbra che io mi leccai...
Ma ancora non avevamo finito, avevamo appena iniziato e lui sapeva cosa arrivava adesso ne avevamo parlato mille volte.
Lo presi, lo feci sdraiare sulla scrivania e montai sopra di lui, i polsi bloccati dalle mie mani, cominciai a cavalcarlo proprio come avevo sempre desiserato, lo satvo possedendo, comandavo io, era dentro di me ed era il sesso più bello e trasgressivo che potesse mai esistere, proprio perchè era stato progettato nei minimi dettagli, perchè ognuno dei due sapeva cosa voleva l'altro.
In quella posizione venni almeno due volte e lui non fu da meno.
Poi ripensai alla moglie, così mi alzai, mi tolsi la gonna e misi a novanta con le mani appoggiate alla scrivania e muovevo il mio sedere davanti alla sua faccia... sono alta solo un metro e 55 ma peso 45 kili e il mio corpo è tonico e il culo fa la sua figura.
Con me in quella posizione lui mi afferrò per i seni e mi penetrò da dietro, poi con un dito cominciò a giocare con il mio clitoride e io ero in estasi ... Chissà magari la prossima volta gli darò anche il mio bel culetto,ma vedremo... per ora tutto quanto è sola pura fantasia !!!


domenica 28 febbraio 2010

la mia storia di sesso estremo....

ciao a tutti, sono giovanna, una studentessa che passa la settimana tra studio e corsi universitari e i weekend dandosi alla pazza gioia. 

ho avuto nella mia vita esperienze estreme e ve ne racconterò una di quelle.
il giorno in cui avevo passato il mio primo esame decisi di festeggiare in un bel locale.
andai lì a ballare e a bere qualcosa anche se il mio chiaro intento era quello di tornare a casa con la figa aperta e il culo dolorante.
era una serata speciale e sapevo che quella sera avrei sicuramento superato il limite.
appena arrivata lì bevvi una bibita e mi fiondai a ballare.
avevo una mini cortissima e un top micro. notai gia qualche ometto venire dalle mie parti.
io sorridevo e li provocavo strusciando il mio corpo su di loro. 
- tesoro ti va un drink? - mi fecero due di loro. anniusco. e 5 minuti dopo sto bevendo con loro. 
- che ne diresti se andassimo in un posticino più appartato? - proposi. 
ovviamenti finii nel parcheggio fuori dal locale. 
ci fumammo una sigaretta poi uno di loro mi baciò.
in breve tempo mi accorsi che da due erano diventati cinque, o forse di più. 
le loro mani mi accarezzavano le gambe. le aprii per far si che salissero su per la gonna. 
in breve mi trovai in balia delle loro mani.
uno mi palpava le tette. un' altro mi toglieva le mutande. un altro ancora spingeva la mia mano sul suo cazzo.
la prima mezz'ora furono solo baci e un alternarsi di cazzi tra le mie mani.
mi fecero inginocchiare. loro erano in piedi di fronte a me. e mi spingevano il loro pene in bocca.
mi si alterarono in bocca almeno 6 cazzi. 
succhiavo, succhiavo, succhiavo. quasi fino a farmi mancare il fiato. 
e ogni pene, gonfio di desiderio scaricava il suo sperma sulla mia lingua.
con la bocca carica di odori mi ordinarono di alzarmi. lo feci.
una mano mi masturbò con irruenza. uno di loro mi tenne ferma da dietro, un altro ragazzo si avvicinò, sentii il suo cazzo farsi spazio nella mia fighetta.
ci andava in profondità e con un ritmo decisamente veloce. 
poi quello dietro di me, spinse il suo nel mio ano.
quando mi fu completamente dentro sentii i miei due buchi dilatarsi agli invasori.
il mio ano ormai si era adeguato alle stratosferiche dimensioni del pene che ci era entrato.
mi passarono tutti. avanti e indietro.
una decina di cazzi entrare e uscire dalle mie gambe, rigorosamente aperte.
sentivo un bruciore insopportabile al mio ano, ormai sfondato letteralmente dalle selvaggie penetrazioni.
e mentre continuavano a rompermi culo e fica mi insultavano in tutto i modi.
scopai per tantissimo tempo, non so con quanti uomini...
tornai a casa senza mutandine. con la figa carica di sperma e il culo totalmente distrutto.

giovedì 18 febbraio 2010

la chiavata piu strana


Solo, dentro l'ascensore rapido che pencolava su un lato del grattacielo trasparente, e si arrampicava verso le nuvole, quattro
agosto a Kuala Lampur  forse contro ogni  logica, si accorse di avere 
una scarpa slacciata.
Panico. Follia, una scarpa slacciata. Iniziò a sudare, malgrado l'aria 
condizionata gelida che rendeva un frigorifero ambulante il cilindro 
d'acciaio e vetro in cui era imprigionato. Rivoli gli colarono dentro 
la camicia impeccabile, stirata solo un'ora prima. 
36esimo floor. Ancora una ventina, e sarebbe stato dinanzi a lei, il 
suo capo supremo, chinato come un cane a supplicarne la benevolenza. Il 
sudore si fece più copioso, la scarpa era allacciata perfettamente, 
adesso. Sotto, un oceano di tetti copriva la terra fra le acque, un 
mosaico di silenziosi formicai brulicanti come i vermi sul corpo di un 
animale morto. 
Barcollò.
La cintura gli stringeva in  vita, la camicia aderiva al suo petto 
depilato, affannato come un mantice: solo 24 ore prima era a casa sua, 
stravaccato con una birra sul divano pieno di molliche, poco prima che 
arrivasse il bip bip del messaggio cifrato con cui gli era stato 
ordinato di partire subito. La destinazione solo in aereoporto. 
Terza volta in un anno che accadeva. Fortunatamente poco, anche se 
aveva imparato a farsi piacere l'imprevisto, meglio se pericoloso. 
Lei lo aspettava nella sala luminosa , una scrivania perfettamente in 
ordine, i bagliori del sole attutiti  dal freddo dell'aria, tacchi 
altissimi sulle gambe splendide, riflessa nella luce dello schermo del 
PC, gli occhi fissi su di lui del colore fra il fuoco e della terra, 
magnifica e suprema, una dea dell'assoluto. 
Prese da un basso mobile un sottile frustino, lui si chinò e senza una 
parola iniziò a sbottonarsi i calzoni, poi li mollò giù insieme ai 
boxer: rimase seminudo, carponi, gli occhi bassi, in attesa.
Un solo colpo ben assestato, a disegnare rami scarlatti sulle natiche, 
poi le parole, dure , sferzanti: "mi obbedirai come sempre, lo so, sai 
cosa ti aspetta se non lo farai, stavolta la cosa è decisamente sopra 
le tue possibilità, ma tu lo farai".
Lentamente si avvicinò, tanto che lui poteva sentire il profumo che 
facevano le sue mutande, spinse il suo bacino contro il suo viso, le 
mani forti sulla nuca di lui, ed iniziò una cantilena di parole tenere, 
una voce da bambina dolce e folle: mentre sollevava la stretta gonna e 
metteva la sua fica all'altezza della bocca tremante di lui. 
Lui fece quello che ci si aspettava da lui, docile e mansueto, un cane 
di razza obbediente, non a caso lei era la sua padrona e da ogni suo 
gesto dipendeva la sua incolumità, e non solo nel corpo: ma allo stesso 
tempo stava esplorando con la lingua il suo paradiso personale e quello 
che lo aspettava un giochino semplice, rispetto a questo. 
Mortale ma semplice.
Il clitoride di lei duro nella sua bocca; gli umori sulle sue guance, 
nel suo naso;  il sapore di conchiglia algosa nel suo cervello , come 
un chiodo fisso.
Lei si staccò, infine: prese da un elegante contenitore una Magnum 
Parabellum e glielà passò, poi lo congedò dicendogli: " il resto a dopo 
", e chiuse con uno scatto le porte dell'ascensore.
Lui si guardò ed aveva ancora una volta la scarpa slacciata, ma adesso 
non era più importante.

SCRIVETE LE VOSTRE ESPERIENZE ED I VOSTRI CONSIGLI PER LA COLOMBIA...

SIAMO A CARTAGENA, QUI PER AVERE LE VOSTRE AVVENTURE SESSUALI CI SONO DIVERSI MODI.
IL PIU FACILE È ANDARE A ZOCCOLE (BISOGNA DIRE CHE CE NE SONO DI VERAMENTE GNOCCHE).
POI SI PUÓ ANDARE IN SPIAGGIA E CERCARE DI ABBORDARE QUALCHE RAGAZZA (C'È LA POSSIBILITÀ CHE SIA ZOCCOLA, PERCHÈ NORMALMENTE DI GIORNO CI VANNO PER ABBRONZARSI E, PERCHÈ NO, TROVARE UN CLIENTE AL DI FUORI DEL LAVORO).
UN'ALTRO MODO È QUELLO DI ANDARE IN GIRO PER NEGOZI E CENTRI COMMERCIALI (CE NE SONO DI BELLI) E COQUETAR (COME DICONO QUI) CON LE COMMESSE ( PER LE CLIENTI VALE LO STESSO DISCORSO DELLA SPIAGGIA).
CI SI PUO ANCHE APPOGGIARE AD UN ITALIANO CHE VIVE A CARTAGENA, PERCHÈ HA SEMPRE UN'AMICA OD UN'AMICA DELLA MOGLIE O RAGAZZA CHE VUOLE CONOSCERE UN'ITALIANO OD UNO STRANIERO IN GENERE.
COMMENTATE IL POST SCRIVENDO LE VOSTRE DOMANDE O LE VOSTRE AVVENTURE, SIETE I BENVENUTI!!!

...E PER IL RESTO DEL MONDO

Sudati al polo Nord

Esistono dei suoni in natura, capaci di indurre nell'uomo paure ancestrali.
Il ruggito del leone ad esempio. lo avete mai sentito di persona?
Vi risuona dentro facendovi vibrare come un diapason e c'è una frazione di secondo in cui non potete pensare altro che: SCAPPA.
Un altro di questi suoni è quello del ghiaccio sottile che si spacca.
So che molti di voi credono di sapere di che parlo, è un suono molto usato al cinema, nelle scene artiche, ma vi assicuro che se proviene da sotto i vostri scarponi chiodati, la faccenda assume tutto un altro tono.
Ogni mio muscolo riceve da quell'agghiacciante suono l'ordine di restare immobile. E' con un estremo sforzo di volontà che sollevo la mano, per segnalare a Jane, la mia collega, di non venirmi incontro. di restare immobile.
Inseguivamo un cucciolo di foca. quest'anno le nascite sono state sorprendentemente numerose e noi siamo stati colti alla sprovvista, non avevamo ancora finito di marchiare e trasponderare i cuccioli che già i primi di loro avevano cominciato ad allontanarsi dalle rispettive madri.
L'ultimo a cui non eravamo riusciti ad applicare il trasponder era partito in direzione dell'acqua proprio sotto i nostri occhi ed io e Jane avevamo raccolto un pò di attrezzatura e ci eravamo lanciati al suo inseguimento, allontanandoci di qualche chilometro dal campo base. una pessima idea.
Inseguire un cucciolo di foca, bianco che più bianco non si può, sul pack può risultare dannatamente difficile, in più una improvvisa bufera ci aveva tagliati fuori dal campo base, costringendoci ad insistere nell'inseguimento piuttosto che tornare indietro. lo avevamo beccato a pochissima distanza dalle prime fratture nei ghiacci, giusto in tempo per equipaggiarlo, prima di perderlo.
Sembrerà folle, ma solo una piccola percentuale di questi cuccioli sopravvive e se noi ci fossimo lasciati sfuggire questo e, per caso, lui fosse sopravvissuto, avremmo perso moltissimi dati preziosi e non ce lo potevamo permettere.
Sistemato Casper (Io e Jane avevamo affibbiato un nomignolo al cucciolo) lo stavo portando lontano dalla tenda, per liberarlo, quando il ghiaccio sotto i miei piedi a cominciato a scricchiolare.
Casper se l'è battuta appena libero e Jane, dopo cinque o sei minuti, non vedendomi rientrare mi è venuta incontro.
E così siamo in questa situazione, io immobile e lei a cinque sei metri da me, terrorizzata, che mi osserva.
-Riesci a venire avanti piano piano?- mi strilla.
Sposto appena la distribuzione dei pesi da un piede all'altro e il ghiaccio stride fortissimo.
-Ok. ok. abbiamo una corda sulla motoslitta.- dice, prima di voltarsi e correre fino al mezzo parcheggiato accanto alla tenda.
Ci salta su agilmente e percorre con attenzione metà della distanza tra me e la tenda, fermandosi nel punto in cui oltre sarebbe stupido spingersi con la slitta.
corda alla mano si avvicina lentamente a me ma il ghiaccio ora è più debole e deve fermarsi a quasi quindici metri di distanza.
Se ne sta lì con la corda in mano, titubante, non sa se riuscirà a farmela arrivare senza che io debba muovermi.
E' l'immagine della preoccupazione, mi guarda disperata coi suoi occhi celesti gonfi di lacrime e i capelli rossi che le frustano il viso. Non posso fare a meno di capire.
Per di più lei mi è sempre piaciuta. è in gamba, colta, sprizza energia da tutti i pori. è magra come un chiodo ma questo a me piace. come tutte le magre è il culo il suo punto forte, mentre il seno, piccolo e duro, non ama sottolinearlo, pensando non piaccia agli uomini. non sa quanto si sbaglia.
Continua a far oscillare la corda alla ricerca del tiro perfetto.
-Coraggio Jane, puoi farcela.- Dico
Il ghiaccio geme, con un rumore sordo, un rumore cupo, annunciando morte per chiunque non si degni di ascoltarlo.
Entrambi smettiamo perfino di respirare. tutto è immobile, tranne la corda che oscilla nella sua mano e i suoi capelli mossi dal vento.
-Ti amo.- E il ghiaccio si spezza.
Fare il bagnetto nelle acque polari senza una muta a 5 strati è, più o meno, come tuffarsi di pancia in una piscina piena di chiodi tricuspidi.
In un secondo la mia mente è offuscata dal dolore e i miei arti sono immobilizzati dalla morsa del gelo.
Sono i vestiti a portarmi a galla. ondeggio come un tappo di sughero e vedo che molte centinaia di metri quadrati di pack si sono staccate, passando nel punto dove stavo io, e si dirigono in mare aperto. Io ora galleggio a meno di un metro dalla nuova "costa" che sarà alta quaranta centimetri. non vedo Jane.
L'unica cosa che riesco a pensare è: Chissà se ha sentito cosa le ho detto.
Poi le sue mani spuntano dal bordo del ghiaccio, seguite dalla testa. rischia di cadere in acqua. l'adrenalina mi riattiva i muscoli e nuoto verso di lei, mi aggrappo al bordo e cerco di tirarmi su, lei mi aiuta, ma è impossibile, le gambe sono già quasi immobili e io così peso una tonnellata.
Jane fa un cappio con la cima della corda e me lo passa attorno al polso, poi fa un paio di giri di corda sul torace e infine mi consegna la fune.
-Non mollarla, non morire.- Mi ordina e retrocede strisciando sulla pancia, sempre guardandomi e ripetendo -Non mollare.- Spero di non deluderla.
Salta sulla motoslitta e parte a razzo. Salto fuori dall'acqua come un pesce pescato, Jane supera di slancio la tenda e io vengo trascinato fino a pochi metri dall'entrata di quel caldo rifugio di Nylon e Goretex.
Non so come lei riesca a trascinarmi, ma poco dopo siamo al coperto.
Come prima cosa schiaccia il pulsante rosso della radio, chiedendo così soccorso ma, con quella bufera, è inutile illudesi.
poi mi toglie gli scarponi e taglia il resto dei vestiti con una forbice da pronto soccorso. quando sono nudo come un verme mi getta addosso una coperta termica, dal lato per scaldare. e resta li a fissarmi, piangendo.
Accosta alla mia fronte il termometro che usiamo coi cuccioli.
-28 gradi... Mio dio- Geme.
Se la memoria non mi inganna sono a un grado dalla morte certa.
Jane inizia a spogliarsi. Tiene gli occhi fissi nei miei e si spoglia velocemente, non esitando minimamente a togliersi anche reggiseno e slip.
Tremo da capo a piedi e forse lei non vede dove vagano i miei occhi, ma non riesco a far a meno di guardarle il seno e il ciuffo di peli rossastri che le sormonta la figa. è bellissima. sento il cuore accelerare furiosamente i battiti quando si infila sotto la coperta, sopra di me e comincia a strofinarsi sul mio corpo.
Io sono poco più di un blocco di ghiaccio e non sento niente, ma posso vederla sopra di me, muoversi avanti e indietro, come se stessimo facendo l'amore e questo, lo so, migliora il mio flusso sanguineo, mandando il cuore al massimo.
nei punti dove il suo corpo è più caldo ritrovo la sensibilità perduta e posso avvertire il tocco morbido dei suoi seni sul petto e il caldo sfregare delle sue cosce sulle mie, il fuoco all'altezza dell'inguine.
gradualmente il mio corpo ritrova le funzioni vitali e una delle prime a tornare, una delle più antiche, uno dei migliori meccanismi di autoriscaldamento termico del corpo umano entra in funzione: il mio cazzo si erge tra le sue gambe, sia per lo sfregamento, sia perché sono sopraffatto dalla voglia di lei.
Risale ancora una volta e, sono certo, sente la mia durezza passandoci sopra con la figa. Il tatto è tornato e ho sentito distintamente l'umido passaggio su di me.
Occhi negli occhi cala ancora, penetrandosi fino in fondo e regalandomi il più intenso calore che il corpo di una donna possa offrire.
Rabbrividisce. -Cazzo...è come scopare con un pupazzo di neve...- Io ho smesso di tremare abbastanza da sorriderle, lei mi bacia.
Continua col suo movimento di bacino, portandomi velocemente a riacquistare tutto il calore perduto. Sono costretto all'immobilità finché il mio corpo non riavvia i suoi sistemi ed è lei a guidare l'amplesso, sempre più velocemente, sempre più intensamente.
Con estremo dolore faccio un check delle mie estremità e con i piedi sento il fruscio della coperta termica, le ginocchia si piegano verso l'alto e le mie dita, anche se intorpidite, afferrano decise le sue chiappe.
Irrompe in un urlo di gioia e sollievo, che si trasforma in piacere pochi copi dopo.
Riesco anche a sollevarmi in posizione seduta, continuando ad assecondare i suoi affondi con le braccia ed affondo la testa nei suoi seni, mordendole un capezzolo e stappandole ancora un urletto di piacere.
Non so se per il freddo, l'ipotermia o per chissà che miracolo ma sembro destinato a non dover venire mai.
Aiutato dalle ritrovate forze la sollevo e la lascio ricadere sul mio cazzo centinaia di volte, facendola venire altre due volte, prima che io senta l'orgasmo montare impetuoso nei testicoli e poi, con un urlo liberatorio, mi riverso anima e corpo dentro di lei, mentre il nostro respiro torna normale lentamente.
i suoi capelli rossi sembrano quasi neri appiccicati alla fronte dal sudore e lei passa una mano nei miei, fradici di acqua salata ma non per via dell'immersione in mare.
Jane poi si alza, va alla radio e comunica al campo base che l'emergenza è passata e che ci rimetteremo in marcia verso di loro tra dodici ore, quando è prevista la fine della bufera.
-Nel frattempo dovremmo valutare i danni subiti dal tuo corpo- Mi dice, accucciandosi e gattonando verso di me. -E mi spiace ma non puoi addormentarti per le prossime 12 ore.- aggiunge e la sua bocca è già sul cazzo. Sento il tocco morbido della lingua e chiudo gli occhi, inebriato dalla gioia di essere vivo ma anche di essere quasi morto.
-Il tatto funziona... sento la tua lingua, mmh sento la tua bocca...- Sono talmente eccitato dalla situazione che il mio arnese si riprende con discreta disinvoltura e Jane, impugnandolo alla base e sorridendomi dice: -Direi che anche il cazzo non ha niente che non va.-
Allora mi alzo e le salto addosso.
-Anche la forza nelle braccia direi che c'è.- La schiaccio pancia sotto e, una ad una, le infilo le dita in bocca, facendogliele succhiare. lei esegue ed è una visione eccitantissima.
-Dita ok.-Dico e la penetro. Comincio un lento e profondo movimento di bacino.
-Reni e Pelvi a posto... D... Direi.-Mugola lei.
Infilo i piedi tra i suoi e le faccio divaricare leggermente le gambe.
-Gambe e piedi sembrano sani.-Dico, continuando a muovermi dentro di lei.
-C'e un altro controllo che dobbiamo fare.- mi dice. -Sei entrato in un luogo troppo lubrificato per capire se sei davvero capace di una penetrazione efficace... dovrai provare in un pertugio più stretto per capire se non hai perso la tua virilità....- Sussurra.
-Davvero?- Le chiedo, eccitato e stupito.
-Si, ti prego.- risponde.
Traffico dietro di lei un momento, spargendo per quanto mi è possibile i suoi stessi umori sull'anello della muscolatura anale.
-Fallo!- Mi intima e io, obbediente procedo.
La storia della virilità era un po tirata, visto che non credo di avercelo mai avuto tanto duro in vita mia.
Mi appoggio, lei spinge ed in men che non si dica sono dentro.
Inizialmente sono lento e gentile ma i suoi mugolii mi spingono sempre di più ad una scopata animalesca, lei gode e si tocca ma la mia mano va subito a sostituire la sua.
-Si, si!- Strilla. -Ripetilo!- dice.
-C..Cosa?- Ansimo io.
-Lo sai!-
E io non vedo un solo motivo al mondo per non farlo.
-Ti Amo.-
-SIIIIIIIIIIII- Esplode e un secondo dopo la seguo.
Poi io crollo su di lei, siamo entrambi coperti da una leggera patina di sudore. sento quasi caldo.
Incredibile, eccoci qua, io e Jane, sudati fradici al Polo Nord.
Se per caso ve lo state chiedendo i dati de trasponder ci hanno detto che Casper è morto circa otto ore dopo aver lasciato la banchisa. Pappa buona per un orca, o uno squalo...